QUATTRO CORTI A ROTTA DI COLLO
ha sempre trovato il giusto successo di pubblico senza mai rinunciare alla sperimentazione portata avanti sul piano della recitazione e, successivamente, della regia; e non è un caso se i surrealisti lo amarono tanto. La sua recitazione è astratta, perché riduce ai minimi termini i movimenti del volto — lo sbattere delle palpebre, ad esempio — e i gesti (la mano sopra gli occhi per scrutare l’orizzonte). La malinconia o l’ansia esistenziale che si trovano in alcuni momenti del suo cinema non sono date dal fatto che Buster non sorrida mai, bensì — ancora una volta — dal suo mettere in discussione le consuetudini degli spettatori. Oggi come allora, lo sguardo in macchina di Keaton rimane un occhio che (ci) interroga.
I corti proiettati:
THE HIGH SIGN di Buster Keaton ed Edward F. Cline (1920)
ONE WEEK di Buster Keaton ed Edward F. Cline (1920)
THE GOAT di Buster Keaton e Malcolm St. Clair (1921)
THE ELECTRIC HOUSE di Buster Keaton ed Edward F. Cline (1922)
I MISTICI E I FESTAIOLI: L’ETERNA SFIDA TRA BEATLES E STONES
Nella seconda metà degli anni Sessanta l’aria cambiò. I Beatles guardarono a Oriente per trovare nuove ispirazioni. Gli Stones si immersero nel cuore della filosofia ‘sesso, droga e rock and roll’. In quei momenti si definirono strade che avrebbero condizionato stili di vita e gusti: questa è la storia che vi racconteremo, con immagini d’epoca e aneddoti sorprendenti.
Maurizio Principato
FU SERA E FU MATTINA DI EMANUELE CARUSO
“E fu sera e fu mattina — scrivono gli autori — è una frase scritta all’interno del primo libro della Bibbia: la Genesi. Perché è proprio ripercorrendo in chiave moderna la storia della creazione del mondo che abbiamo voluto raccontare questa storia. Di cosa vivono i rapporti e le relazioni che cuciamo con gli altri? Come sono questi rapporti quando vengono spogliati di tutta quella superficialità di cui spesso vivono?
In questo senso abbiamo individuato nelle Langhe e in alcuni dei suoi scorci più belli, il teatro ideale dove effettuare le riprese. In questo, il paese di La Morra ci è parso quello più indicato. Era fondamentale per noi che questo film raccontasse il gusto di questa terra. Volevamo fortemente che questo ambiente fosse riconoscibile con i suoi abitanti, con la sua storia, con i suoi usi e con la sua cultura. Unica e inimitabile”.